Il Comitato per Lavinio ci ha spedito questa lettera inviata il 27 febbraio, via PEC, alla Città Metropolitana di Roma, e al Sindaco di Anzio, riguardante le proprie osservazioni sull’impianto della ditta Eco-Transport da realizzarsi in località Sacida.
Oggetto: Progetto: “Impianto di recupero rifiuti ai sensi dell’art. 208 del D.lgs. 152/2006 e s.m.i” presentato dalla Ditta Eco-Transport di Anzio.
PREMESSA
Il progetto riguarda la costruzione di un impianto, classificato nel contesto delle industrie insalubri di classe I (D.M. 5/91994) , per “la messa in riserva e per la lavorazione di rifiuti pericolosi e non pericolosi”. L’impianto è ubicato in un’area individuata sulla Carta Tecnica della Regione Lazio alla sezione 399080, nel territorio del Comune di Anzio (RM), in un terreno distinto in Catasto al foglio n. 7, nella particella n. 2521/parte, sito sulla Via delle Cinque Miglia snc. La sua realizzazione è prevista su di un lotto di terreno di proprietà della ditta proponente; la superficie totale è di 10020 mq di cui quella interessata dal progetto è di 3754 mq della quale 608 coperti e 3146 scoperti.
L’area interessata è nel contesto della zona a destinazione urbanistica D1 definita in progetto “produttiva del settore secondario esistenti in corso di attuazione”.
Il territorio circostante il sito dell’insediamento ha un andamento pianeggiante; i terreni circostanti sono in gran parte occupati da insediamenti industriali, artigianali, commerciali, con presenza di alcune case sparse rurali e civili.
L’impianto è situato in zona baricentrica rispetto allo stabilimento della Colgate-Palmolive, alla zona comunale di sviluppo artigianale del comune di Anzio, ad un grande centro commerciale ad un complesso di palazzine di edilizia popolare ed al centro pubblico di raccolta di rifiuti gestito dalla Camassambiente, per conto del Comune di Anzio, denominato “Usa e Jetta 2”.
L’impianto effettuerà, a seconda del rifiuto trattato, tre operazioni di gestione:
- operazione esclusiva di messa in riserva (R13);
- operazione di messa in riserva (R13) e di pretrattamento (R12);
- operazione di messa in riserva (R13) e di riciclaggio/recupero delle sostanze organiche non utilizzate come solventi (R3);
Come risulta dalla relazione tecnica il progetto appare attualmente in fase di realizzazione .
CRITICITA’
Dai dati progettuali si evincono alcuni elementi che costituiscono criticità sia sul piano formale che relativamente all’aspetto sostanziale del nuovo insediamento o comunque argomenti che richiedono un approfondimento. Si elencano di seguito tali elementi critici in forma di osservazioni al progetto:
1 – Verifica di assoggettabilità a V.I.A. e cumulo dei rifiuti –
Come riportato al punto n°4.1 , Tav. n° 13 della “ Relazione Tecnica Gestionale” l’operazione R 13 di messa in riserva e la R 3 per il recupero non superando i limiti di 10 t/ g del verde CER 20 02 01, e’ stata esclusa dall’assoggettamento di verifica e di valutazione di impatto ambientale in quanto esclusa nei limiti dei 10t/g secondo l’Allegato IV punto 7 lettere za e zb parte seconda D.lgs. n°152/ 06.
L’ analisi della relazione tecnica per le biomasse trattate EoW non e’ stata valutata secondo l’effetto cumulo che deriva dalla concentrazione di piu’ impianti nella vicinanze del territorio come quelli della “ Ecoimballaggi s.r.l., della “Anzio Biowaste” in Via della Spadellata e dell’impianto delle Camassambinete “Usa e Jetta 2” in via Goldoni, tutti posti a 500 ml in linea d’aria e con il medesimo trattamento di CER. ai sensi dell’ Allegato 5 punto 1 parte seconda D.lgs 152/06 “ Criteri per la Verifica di assoggettibilita’ di cui all’Art. n° 20 “dello stesso decreto.
2 – Come dichiarato in relazione tecnica, l’impianto proposto è ubicato nell’ambito di una zona classificata come area industriale (D1) con la presenza di case sparse nel raggio di 500 m . Il progetto non indica in modo specifico la consistenza delle case adibite a civile abitazione. Di fatto si tratta di un insediamento suburbano costituito da un piccolo quartiere permanentemente abitato composto da quattro palazzine e da altre costruzioni per una quantità di abitanti che passa il numero di trecento unità.
3 – La relazione tecnica trascura di considerare che una della costruzioni di questo insediamento di civili abitazioni è una scuola elementare pubblica e scuola d’infanzia con corsi regolari e con turni di lunga permanenza.
4 – Tra le imprese industriali poste nelle vicinanze dell’impianto proposto dalla Eco-Transport è rilevante la presenza di un grande stabilimento per la produzione alimentare di biscotti ed altri prodotti di pasticceria.
5 – L’attività dell’impianto prevede emissioni in atmosfera di vario tipo (ED1. ED2, ED3 ed ED4). Tra le attività è prevista la triturazione di inerti con conseguente emissioni diffuse pulverulente (ED1 e ED2) e di triturazione di potature e legno con emissioni diffuse pulverulente (ED4 e ED4). Il meccanismo di abbattimento generico di tali emissioni, proposto dall’impresa, è costituito da una barriera perimetrale realizzata con teloni ovvero alberi mentre, in modo specifico, viene prevista la copertura con teloni dei mezzi addetti al conferimento. Anche in considerazione della posizione dell’impianto e dei venti prevalenti, il trattamento è ritenuto del tutto insufficiente a ridurre adeguatamente le emissioni solide prodotte come è ritenuta insufficiente l’azione prevista di nebulizzazione delle stesse.
6 – Nell’ambito dei materiali che l’impianto prevede di trattare è annoverato un quantitativo di rifiuti biodegradabili derivanti da cucine e mense con destinazione R13. Oltre al fatto che si tratta di rifiuti destinati alla “messa in riserva” non è chiarito in che contesto tali rifiuti saranno biodegradati ( se tale processo avverrà in sito) ne le attrezzature specifiche necessarie per controllarne il processo o il loro deposito temporaneo ai fini dell’impatto ambientale. Considerando che la quantità trattabile di tali rifiuti ammonta a 10.000 Ton/anno e che tale quantitativo è ben superiore alla quantità annua della frazione organica derivante dalla raccolta differenziata in atto nel Comune di Anzio, la materia dovrebbe essere trattata con maggior dovizia di dettagli. La dichiarazione che lo stoccaggio di tali rifiuti è previsto fino al raggiungimento di carichi ottimali, in attesa di essere conferiti presso ulteriori impianti di recupero non è sufficiente anche perché essa è generica e valida per tutti gli altri materiali trattati.
7 – Come non è sufficiente la dichiarazione generica che “al fine di prevenire la formazione di emissioni odorigene, i rifiuti biodegradabili e misti putrescibili, verranno avviati a successivo recupero, entro 72 ore dal loro conferimento”.
8 – Il progetto non tratta adeguatamente le emissioni odorigene che i rifiuti soggetti a deposito e trattamento e quelli organici, emettono anche nella eventualità che il loro successivo conferimento avvenga nelle 72 ore. Tali emissioni non convogliate, che si sommerebbero a quelle del vicino impianto Usa e Jetta 2 ed ad altre, porterebbero sensibile nocumento specialmente agli insediamenti abitativi ed alla scuola posti nelle vicinanze.
9 – L’area in cui il progetto dovrebbe essere costruito confina con la lottizzazione creata dal Comune di Anzio per la realizzazione di un polo artigianale di eccellenza denominato “la Città Artigiana”, in cui verranno concentrate le attività di oltre 40 piccole imprese artigianali con la presenza di show room, di area di convegno e quindi di centinaia di addetti. Nessuna menzione di tale insediamento è stata rilevata nel progetto la cui realizzazione potrebbe limitare notevolmente l’attuazione del progetto di espansione comunale, ritenuto di vitale importanza per l’economia del Comune. Tale concetto è tanto più valido se si considera la presenza di un altro impianto di interesse pubblico fortemente impattante come quello di Usa e Jetta 2, che confina con il comprensorio artigianale nel lato opposto rispetto a quello in progetto.
10 – Il progetto non prende in esame in modo analitico l’effetto cumulo che l’impianto proposto crea , ai fini dell’impatto generale e di dettaglio con in confinante impianto chimico della Palmolive-Colgate, con l’altro impianto di trattazione rifiuti Usa e getta e con altri impianti adibiti a trattamento dei rifiuti posti nelle immediate vicinanze.
11 – Il progetto si limita a prevedere il trattamento acque nere da servizi igienici e non prevede la creazione di un impianto di trattamento di acque da processo. Appare evidente che le acque di lavaggio dei contenitori di sostanze organiche, di olii esausti, di filtri, ecc…ovvero di piazzole in cui vengano trattati rifiuti pericolosi come le batterie di accumulatori, le vernici, le resine, i filtri per l’olio ecc o dei mezzi di trasporto relativi, debbano essere ritenute acque di processo ed essere soggette a specifici trattamenti prima da essere immesse nella rete fognaria acque bianche che è distante poche centinaia di metri dalle spiagge di Lavinio e di Lido dei Pini. Nello specifico dovrebbero essere installati anche adeguati set di separazione acqua-olio.
12 – Il progetto non da adeguato rilievo alle fonti di approvvigionamento idrico necessario per il lavaggio dei vari punti di deposito, di trasporto, di trasformazione e di transito dei rifiuti trattati.
13 – La realtà della gestione di un impianto come quello proposto rende piuttosto aleatoria la dichiarazione che “All’impianto si accederà mediante una stradina di accesso pavimentata che collegherà la strada asfaltata che corre lungo l’impianto al piazzale pavimentato; pertanto i mezzi in entrata ed uscita dall’impianto non abbandoneranno mai con le ruote le strade pavimentate, di conseguenza non è stato previsto un sistema di lavaggio delle ruote e di bagnatura periodica delle piste di transito interne all’area”. La creazione di un bacino di lavaggio dei pneumatici dei mezzi in uscita si ritiene indispensabile in quanto la variabilità dei trattamenti e la loro inevitabile promiscuità operativa, all’interno dell’impianto, provocherebbe contaminazioni che non devono essere esportate all’esterno,
14 -Il traffico giornaliero massimo, dichiarato dalla ditta proponente, è di 300 ton., per quanto riguarda i rifiuti da mettere in riserva per successivo trattamento, che aumenta a 326,7 ton/giorno includendo materiali con altra destinazione. Il tipo specifico d’impianto, le sue modalità di gestione e la larga gamma di rifiuti trattati delineano due tipi di traffico: uno che riguarda piccoli quantitativi di materiale in ingresso ed uno, che riguarda maggiori quantitativi di materiale perché a relativi a mezzi a pieno carico, in uscita. Considerando che, in arrivo, i mezzi trasportino quantità ridotte di materiali di rifiuto nelle varie tipologie e che solo nella successiva destinazione, in uscita, i mezzi di trasporto siano impiegati a pieno carico, il traffico previsto nella zona può essere di molte decine di mezzi al giorno che si inseriscono in una zona industriale già satura e che devono percorrere, per l’ingresso all’impianto, una strada secondaria.
15 – Il progetto si inserisce in una zona con situazione di degrado crescente che viene esasperata dalla presenza dei progetti per la realizzazione di due centrali per la produzione di biometano con trattamento anaerobico di rifiuti organici per circa 150.000 Ton/anno, posti a poche centinaia di metri dall’impianto di cui si tratta. Oltre naturalmente all’impianto di temporanea raccolta che viene utilizzato dal Comune di Anzio, alla presenza dell’industria chimica Palmolive-Colgate ed ad altre imprese industriali con impatto sull’ambiente. Tutte queste installazioni sono ubicate nella prossimità di una zona di costa a forte vocazione turistica.
16 -La documentazione fornita a corredo del progetto mostra un’ incongruenza di tipo formale con eventuale implicazione sostanziale. La domanda rivolta alle autorità competenti costituisce un’istanza “di rilascio dell’autorizzazione di impianti nuovi che producono emissioni in atmosfera ai sensi della Parte V del D.lgs. 152/2006 e s.m.i., dell’impresa ECO TRANSPORT SRL”. Nello stesso allegato si dichiara che “L’impianto attualmente è in fase di realizzazione a seguito del permesso a costruire presentato al Comune di Anzio in data 16.05.2016”.
Il Comitato per Lavinio
(Dr. Sergio Franchi)
